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Pubblicazioni

Barbara Checcucci si è occupata della redazione di diversi studi relativi ad opere in ceramica, editi in pubblicazioni dedicate e apparsi su prestigiose riviste del settore, nella convinzione che la diffusione di una cultura volta alla valorizzazione delle opere d’arte permetta di porre maggiore attenzione al riconoscimento e alla salvaguardia  di un patrimonio di grande valore.

Il presepe savonese e albisolese: i Macachi.

Dalla creazione all’allestimento nel Presepe delle figure tipiche savonesi e albisolesi.

Nella tradizione popolare savonese e albisolese i “macachi” erano le figurine del vecchio presepe savonese e albisolese. Nascevano i primi giorni dell’anno e il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, venivano esposte sulle bancarelle che affollavano le principali vie di Savona: le figurinaie (le donne che le realizzavano), una volta venduti i macachi, acquistavano tutti quei prodotti alimentari che durante l’anno non potevano permettersi perché troppo costosi.

L’arte delle figurinaie

Sin dalla metà dell’Ottocento le figurine erano realizzare quasi esclusivamente dalle figurinaie che durante il giorno lavoravano per i tornianti: il loro compito era quello di preparare la terra, “balleggiandola” – mescolandola – da un palmo della mano all’altro e amalgamandola per togliere tutte le bolle d’aria presenti al suo interno. Così facendo la rendevano più “plastica” e facilitavano

la fase successiva del lavoro, quella della foggiatura sul tornio. Il tipo di terra utilizzato era di colore rosso e da essa nascevano le “pignatte”, le pentole per cucinare.

Finito il lavoro per il torniante, le figurinaie portavano a casa un po’ di argilla e la utilizzavano per riempire degli stampi in gesso rappresentanti le figurine del presepe.

Questi stampi servivano per realizzare solo il corpo delle figurine: le braccia, i particolari e l’aspetto definitivo venivano realizzati volta per volta manualmente.

La cottura e la decorazione

Le figurine realizzate venivano messe ad asciugare all’aria e successivamente cotte nella fornace a legna. Per la cottura le figurinaie dovevano rivolgersi al padrone della fornace che aveva fornito loro la terra per realizzarle. Le piccole dimensioni delle figurine (comprese tra gli 8 e i 13 centimetri) facilitavano la distribuzione negli spazi più piccoli all’interno della fornace senza occupare quello necessario per la cottura delle pentole. Una volta cotte le figurine apparivano rossastre – il tipico colore delle pignatte – e solo successivamente venivano decorate a freddo (i colori non erano cotti nel forno) per limitare i costi di produzione. Le terre utilizzate per la decorazione erano di colori molto vivaci per attirare l’attenzione e infondere allegria natalizia: una volta stese a pennello, venivano fissate con una vernice naturale chiamata gommalacca che donava loro brillantezza. Soprattutto faceva pensare che fossero state oggetto di una cottura a “gran fuoco” come tutti i manufatti in ceramica.

Si narra che le figurinaie per dipingere gli occhi delle figurine utilizzassero le estremità delle forcine per i capelli immerse nel nero.

L’allestimento del presepe

Come vuole la tradizione, Gelindo e Gelinda sono i primi ad accorrere alla grotta di Betlemme con i doni per Maria e Giuseppe, una pollastrella e le fasce per avvolgere Gesù. I macachi devono essere disposti “in prima fila” e accanto alla grotta deve esserci Matteo – cognato di Gelindo- che suona il piffero: proprio la musica di questo strumento è il dono al Bambinello quanto Matteo – tanto povero – non ha altro da donare. Successivamente devono essere disposti U’Zèunn e A Zèunna – rispettivamente marito e moglie, eterni freddolosi e avvolti entrambi da una mantella -, la lavandaia, Bartolomeo, un pastore con la moglie, due donne che portano le fascine alla fornace di ceramica e, infine, due soldati.

Più distante devono essere collocati i Re Magi, Baldassarre per ultimo. Ogni macaco aveva una propria storia, una precisa origine legata alla tradizione popolare e il desiderio di arricchire il presepe ulteriori pezzi ha creato parentele tra un personaggio e l’altro.

Nella frazione di Luceto, Comune di Albisola Superiore, da anni è allestito un presepe permanente curato dai coniugi Piccone. Dal punto di vista paesaggistico riproduce il territorio delle due Albisole – come era molti anni fa – e le figurine che popolano il presepe ripropongono gli antichi mestieri – maschili e femminili – caratteristici della zona e quindi legati all’agricoltura, alla pesca e all’arte della ceramica per la quale Albisola è famosa.

Il restauro dei macachi

L’intervento di restauro su queste fragili figurine è molto complesso: le più antiche presentano, nella maggior parte dei casi, lo stacco del colore dalla superficie, l’incollaggio di piccoli frammenti o addirittura la loro perdita.

L’intervento dovrebbe limitarsi alla sola conservazione delle figurine.

Purtroppo incauti “fai da te” hanno portato a danneggiare ulteriormente il già precario stato di conservazione.

Il primo passo da compiere, in presenza dello stacco di colore dalla superficie, è il consolidamento del corpo ceramico; utilizzando dei consolidanti che agiscono sia in superficie che in profondità si ottiene una buona coesione tra decorazione e supporto ceramico.

Se necessario, si deve procedere successivamente a una adeguata pulitura della superficie: la gommalacca utilizzata per dare brillantezza con il passare degli anni ingiallisce e sopra di essa si accumula uno strato di polvere che appare, in alcuni casi, nerastro.

Per eliminare questo strato untuoso è consigliabile non usare acqua – o i suoi derivati -, saponi, alcol e ammoniaca.

Sarebbe opportuno effettuare delle piccole prove – magari in parti poco visibili – utilizzando dei solventi altamente volatili che non lascino aloni biancastri dopo il loro utilizzo.

In presenza di precedenti incollaggi è opportuno eliminare le colle utilizzate precedentemente avendo cura di non staccare ulteriore decorazione dalla superficie; una volta pulite le fratture si passerà alla fase successiva dell’incollaggio utilizzando colle a presa rapida, preferibilmente epossidiche.

Se la committenza lo richiede, è possibile ricostruire piccole parti andate perdute utilizzando dei calchi in silicone su parti originali di figurine simili, adattati per le differenti esigenze.

La decorazione delle parti ricostruite verrà successivamente effettuata con l’utilizzo di tempere acriliche stese a pennello.